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NEURO - PSYCHOANALYSIS

VOL. 1, N. 2 / 1999

The new neuropsychology of sleep: Implications for Psychoanalysis

J Allan Hobson


Nel suo "Progetto per una Psicologia" del 1895, Sigmund Freud stabilì chiaramente la sua meta: integrare le componenti della mente con gli elementi del cervello. Ma la materia delle neuroscienze era piuttosto esigua in quegli anni per raggiungere il suo scopo e cercó invece di capire affascinanti fenomeni cosí normali come il sogno in termini esclusivamente psicodinamici. Un secolo più tardi la teoria di Freud sul sogno, brillante ma altamente speculativa ha bisogno di una radicale revisione, se non una completa riscrittura, perchè i sogni, come qualsiasi altro specifico stato della coscienza, possono essere approcciati dalle solide fondamenta delle neuroscienze. In altre parole la meta del "Progetto" di Freud è finalmente a portata di mano. Ironicamente l'ostacolo allo sviluppo è la aderenza tenace e ortodossa della psicoanalisi ad una teoria che è ora chiaramente fuori uso persino dagli standard del suo capostipite. In questo articolo la recente documentazione di Brain Imaging attraverso Tomografia ad Emissione di Positroni e studi di lesione negli esseri umani sono stati integrati con le nuove scoperte della ricerca a livello cellulare negli animali per spiegare come le caratteristiche cognitive formali del sogno potrebbero essere il prodotto combinato di un cambiamento nell'equilibrio neuromodulatorio del cervello e di una relativa redistribuzione del flusso sanguigno loco-regionale. I dati derivanti dalla PET eseguita sugli esseri umani indicano una attivazione preferenziale dei nuclei ontomesencefalici durante il sonno REM e delle strutture corticali limbiche e paralimbiche coinvolte negli aspetti mnemonici ed emozionali della cognizione. I meccanismi del nucleo pontino, che controllano il bilancio neuromodulatorio del cervello nel ratto e nel gatto includono influenze noradrenergiche e serotoninergiche che aumentano la veglia e riducono il sonno REM attraverso meccanismi anticolinergici che sono essenziali al sonno REM e che entrano pienamente in gioco solo quando i sistemi serotoninergici e noradrenergici sono inibiti. Così nel sonno REM il cervello diventa attivato ma processa i dati generati internamente in una maniera molto differente da quella della veglia.

J. Allan Hobson
Laboratory of Neurophysiology
Massachussets Mental Health Center
74 Fenwood Road
Boston, MA 02115

Commento a cura di Fabrizio Marcolongo 

Hobson ci propone una lettura neuroscientifica del sogno e dall'articolo emergono alcuni aspetti contradditori nella teoria psicoanalitica del sogno. Hobson ci darebbe una versione aggiornata in cui vale "...l'ipotesi della 'Activation - Synthesis' in cui il sogno è un test proiettivo fisiologico che 'rivela' contenuti emozionalmente salienti, piuttosto che 'esserne costituito'..." - ed ancora -"...La domanda è se la psicoanalisi può permettersi di ammettere che Freud si era sbagliato riguardo la teoria del sogno ed inoltre la teoria sul sogno è così fondamentale che ad una sua rinuncia corrisponderebbe una riformulazione dell'intero campo. Una prospettiva è offerta rivisitando il 'progetto per una psicologia' che Freud abbandonò in favore della 'Interpretazione dei Sogni'. Il secolo subentrante (il '900) potrebbe così essere guardato come uno sfortunato interludio carico di deplorevoli errori ma con così importanti successi come il lavoro di John Bolby sull'attaccamento e separazione. Con questa idea in mente proviamo a leggere la letteratura recente e con la sua luce esaminare lo stato corrente della teoria freudiana sul sogno...". Quest'ultima battuta sul lavoro di Bolby (e quindi sui tentativi di connessione tra cognitivismo, neuroscienze e psicoanalisi, come risulta dal progetto di ricerca, edito sulla sezione psicobiologia e neuroscienze a cura di Correale) sottolinea i tentativi di connettere gli aspetti tuttora nebulosi in psicoanalisi sul 'rimosso' e sulla memoria, avendo la Ainsworth e Main, basato gran parte del suo lavoro sulla questione dello stato della mente e non solo sulla distinzione tra le varie funzioni mnemoniche (episodica, semantica, procedurale) ma anche su altre funzioni di coordinamento della mente. Hobson infatti afferma che "...esiste il ruolo centrale del tronco cerebrale nel generare alcuni complementi dei sogni della fase REM del sonno umano che rivela un'inaspettato ruolo prominente del sistema limbico nella selezione ed elaborazione delle 'trame' dei sogni. L'antico punto di vista di Freud riguardo la nozione della censura indotta dal mascheramento che origina il 'bizzarro' meccanismo del sogno, non ha supporto, come l'assunto per il quale il sogno accede ai temi dell'inconscio attraverso la tecnica della libera associazione...."  

Amnesia del sogno e deficit cognitivi relativi

Il tentativo di Hobson di spiegare l'amnesia del sogno riguarda "...la perdita di modulazione noradrenergica e serotoninergica nel sonno REM. ... Questa demodulazione aminergica legata al sonno REM può essere meglio considerata come una sottrazione (subtraction) di adrenalina e di serotonina dalla varia miscela neuromodulatoria che facilita la sfera cognitiva della veglia, una mistura che, naturalmente, include l'acetilcolina, che rimane abbondante durante il sonno REM. La perdita della stabilità di orientamento (che è una delle radici cognitive della bizzarria del sogno) e la perdita della consapevolezza autoriflessiva (che è la base della convizione delirante di essere svegli durante i nostri sogni) sono due deficit collegati che potrebbero essere causati dalla demodulazione aminergica del cervello durante il sonno REM. Inoltre i lobi frontali potrebbero essere selettivamente inattivati durante il sonno REM e due dei nuovi studi sulla PET suggeriscono che è così. (Maquet et al., 1996, Braun et al. 1997)...". Come dato possiamo illustrare i tre schemi di interazione reciproca riguardo l'ubiquitarietà del sonno REM: " ...Il modello strutturale in cui le cellule favorenti il sonno REM della Formazione Reticolare Pontina presentano recettori eccitatori per l'Ach (colinocettivamente eccitate) e/o  presentano cellule colinergiche con terminali sinaptici eccitatori (eccitatori colinergicamente). Le cellule inibitorie del Sonno REM (REM - off) sono noradrenergiche o serotoninergiche presentano sinpsi inibitorie. Il modello dinamico: Durante la veglia il sistema aminergico pontino è tonicamente attivato e inibisce il sistema pontino colinergico. Durante il sonno NREM l'inibizione aminergica cala gradualmente, l'eccitazione colinergica aumenta reciprocamente. Al sorgere del sonno REM l'inibizione aminergica è completamente sopita e l'eccitazione colinergica raggiunge il suo punto più alto. Il livello di attivazione: come conseguenza del gioco dei sistemi neuronali del modello strutturale e del modello dinamico la rete di attivazione del cervello è ad uguali alti livelli sia nella veglia, sia nel sonno REM e sia a circa alla metà del livello di picco nel sonno NREM...."

 

L'errore di Solms

Hobson si occupa di un articolo di Solms in cui si dava una descrizione degli effetti di lesione sulla funzionalità del sonno e del sogno. Nel 1997 Solms aveva pubblicato 332 casi clinici di persone colpite da lesioni cerebrali e "...in 112 casi in cui veniva riportata 'la globale cessazione di attività onirica' vi era il danno sia della convessità parietale o la disconnessione traumatica della corteccia frontale mediobasale dal tronco cerebrale e dalle regioni limbiche diencefaliche...". Solms viene descritto come 'apparentemente inconsapevole' dei recenti studi di PET image, e "...nel suo lavoro citò il più recente rapporto su caso singolo con PET a flusso di glucoso di una attivazione delle strutture limbica e prelimbica durante sonno REM (Heiss et al. 1985) e rispetto alla produzione di immagini fu riportato un decremento nella 'vivacità' del sogno in due pazienti con il danno alla posizione della normale visione nella corteccia medio-occipito-temporale (specialmente per le aree V3, 3 A, e V4 ma non per le aree V1, V5, V 6)...". Hobson sottolinea che Solms in quel lavoro riportava anche che i suoi pazienti con lesioni pontine continuavano a sognare e l'errore di Solms consisteva nel fatto che concludeva, sulla base della sua osservazione, che il ponte non è necessario per l'attività umana del sognare. Dal lavoro di Hobson si deduce che le aree attivate nel sonno REM sono la corteccia paraippocampale, area tegmentale pontina, amigdala, il giro del cingolo anteriore, mentre sono deattivate il cingolo posteriore, la corteccia frontale dorsolaterale. Processazione della memoria emozionalmente saliente Riguarda l'attivazione limbica durante il sonno REM, e la tecnica con FDG (F-fluoro-deoxyglucoso) ha attestato una attività della corteccia del cingolo anteriore e la corteccia mediale frontale che può significare:
- come risultante dell'attività di formazioni mediali in risposta ad immagini originate dalla attività corticale (Hong et al., 1995)
- come risultante di attività limbica e paralimbica durante il sonno REM (Maquet et al., 1996; Braun et al., 1997; Nofzinger et al., 1997). Solo ultimamente uno studio  recente sulle strutture limbiche con elettrodi profondi nel sistema limbico ha evidenziato una ritmica frequenza delta durante il sonno REM. L'attivazione regionale potrebbe riflettere una specifica attivazione di strutture subcorticali, corticali e limbiche riguardo processi adattivi emozionali e motivazionali. Potrebbe essere in correlazione con il contenuto d'ansia durante il sogno e l'attivazione corticale medio-frontale.

 

La teoria del sogno di Freud alla luce della moderna ricerca sul sonno e sul sogno

La motivazione al sogno era causata per Freud dalla spinta di inconsce pressioni di desideri che segue alla sospensione della repressione indotta dallo stato di veglia. In questo senso l'ansia (e le altre due emozioni importanti nel sogno: euforia e angoscia) può essere vista come un organizzatore (rubrica) delle trame dei sogni e un costruttore della importanza del sogno. Liotti afferma che la metafora principale del pensiero di Freud "...è racchiuso nel primo principio della termodinamica che afferma la conservazione e la trasformazione dell'energia, un processo in cui la conversione isterica è il prototipo della trasformazione dell'energia dal livello mentale e quello somatico e in cui la repressione è  il prototipo della segregazione dell'energia pulsionale, un'energia che, se non si scarica nell'azione, si trasforma, ma non si distrugge...." (Liotti, 2001).Dice Hobson che "...Le caratteristiche 'bizzarre' del sogno erano determinate per Freud dal mascheramento e dalla censura dei desideri inconsci. Per riuscire a proteggere la coscienza dalla sua distruzione (che porterebbe allo stato di veglia) sono stati ipotizzati i processi difensivi come la condensazione, simbolizzazione e spostamento. Persino l'allucinosi visiva fu considerata da Freud come una 'regressione alla parte percettiva' che neutralizza l'impatto dei desideri inconsci sulla coscienza...". Gli aspetti della teorizzazione della "Interpretazione dei Sogni" appaiono sempre di più, alla luce di questi dati funzionali, una "poetica descrizione della attività della coscienza durante il sonno della fase REM". Hobson sottolinea che oggi "... il sogno ` bizzarro a causa della specifica neurofisiologia del sonno REM con la sua inversione dalla posizione di controllo corticale 'TOP-DOWN' della veglia alla posizione 'BOTTOM-UP' della fase di autoattivazione sintetizzata dal processo ponto-genicolo-occipitale (PGO). Le particolari modalità di attivazione del proencefalo (diencefalo che comprende le regioni limbiche, paralimbiche, della corteccia parietale e della corteccia prefrontale dorsolaterale), ed il globale cambiamento delle modalità biochimiche del processing dell'informazione (causata dalla demodulazione serotoninergica e noradrenergica) contribuisce alla bizzarria del sogno. ...". Inoltre il "film" della coscienza non risulta tale secondo Hobson. Infatti afferma che "...Mentre sognamo non stiamo mai seduti ad osservare, ma siamo costantemente in movimento attraverso lo spazio del sogno. Così i sogni non sono solo visivi ma visuo-motori. ..." - un bell'esempio di questa modalità "panpercettiva" del sogno è illustrata nel film 'Brainstorm' (n.d.t.) - " ...Una forte implicazione è che lontano dall'essere un feedback regressivo alla parte percettiva, l'allucinosi del sogno è il risultato di una comunicazione di dati a tipo feed-forward riguardo gli scopi motori ai centri di elaborazione nel cervello superiore...". Inoltre "...La teoria della Sintesi - Attivazione ha sempre riguardato l'ansia (che è l'emozione principale di tutti i sogni e i sognatori) come principale prodotto dell'attivazione del lobo limbico. Questa ipotesi speculativa ha ricevuto ora poderosi supporti dai recenti studi sulla PET (mostrando l'attivazione dell'amigdala, della corteccia del paraippocampo ed il giro del cingolo anteriore nel sonno REM umano). La principale ragione per questo cambiamento dovrebbe essere quella per cui, con l'attivazione del lobo limbico, la sede del controllo esecutivo della sfera cognitiva nella corteccia prefrontale dorsolaterale è deattivata nel sonno REM!...".

 

La funzione di oblio del sogno

Hobson ci rivela che "...La totale amnesia che molti esseri umani hanno per la loro coscienza onirica è  molto probabile che sia un prodotto della demodulazione aminergica e della deattivazione frontale del sonno REM. Tutti gli studi di apprendimento e memoria a livello cellulare e molecolare concorrono a supportare il ruolo dei neuromodulatori aminergici specialmente la serotonina, norepinefrina e dopamina. Senza la loro mediazione, i segnali che arrivano al neurone postsinaptico potrebbero avere effetti istantanei sui loro potenziali di membrana ma mancare della specifica istruzione del secondo messaggero resa necessaria dai substrati metabolici intracellulari per immagazzinare un dato degli eventi di membrana." Inoltre "...Ad un primo sguardo, questa mancanza di registrazione delle transazioni intracellulari potrebbe essere in contrasto con l'aumento dell'ipotesi dell'apprendimento avanzata nella prossima sezione. Ma se ricordiamo che è il consolidamento, non l'acquisizione che è  ipoteticamente aumentata, potrebbe essere abbastanza utile dirigere la mente-cervello all'esclusivo compito di processare informazioni già acquisite nella veglia e ignorare - o persino scartare - l'informazione che necessariamente si genera come si autoattiva negli interessi del consolidamento. Da questo punto di vista, il sogno è molto spesso un disturbo privo di significato, qualche volta con qualche significato che è prodotto quando il cervello entra nella sua modalità attiva di consolidamento della memoria."

La funzione del sogno

Così per Hobson si spiega il sogno: "...Se la bizzarria del sogno origina veramente dai processi di autoattivazione caotica e dall'assenza del controllo TOP-DOWN dalla corteccia frontale nel sonno REM, l'apparente "non-sense" dei sogni è  probabile che derivi da ciò e non dal risultato di mascheramento e censura come propose la teoria psicoanalitica del sogno (Freud, 1895). Allo stesso tempo, la stimolazione di ricordi emozionalmente salienti è probabilmente responsabile del sogno. Quindi i sogni possono essere sia non-sense (cioè bizzarri) e chiaramente significativi (cioè importanti emotivamente) (Hobson, 1988)....".

Una soluzione alle allucinazioni ipnagogiche:

"...L'attività mentale durante il periodo immediatamente successivo all'addormentamento  può essere come il sogno perché  il cervello più  elevato ` ancora sufficientemente attivato per supportare immagini visive e la costruzione del scenario ma non possono ancora essere sostenuti né le trame di sogni, né di quelli drammaticamente bizzarri e nel giro di minuti dà il via ad una attività mentale più vicina al pensiero perseverante e/o ad un oblio completamente conscio...".

Una contraddizione al principio del "Sogno guardiano del sonno":

"...L'occasionale insorgenza di terrori notturni, incubi classici, e altre manifestazioni della tempesta motoria, emotiva e autonomica che può  sorgere nel sonno Non REM potrebbe sembrare un'eccezione a questa funzione. In verità significa che i processi automatici di origine primitiva e presumibilmente subcorticale possono essere rilasciati durante il sonno Non REM. Ma da notare, non c'è ancora evidenza né di censura né del mascheramento. Al contrario, l'esperienza di risveglio  (aurosal) dal sonno Non REM potrebbe essere uno dei non mitigati terrori con nessuna immagine simile al sogno. Freud non fu mai in grado di spiegare il problema degli incubi. Ora sappiamo il perché. Era perché  le sue basi teoriche erano insieme sbagliate e incomplete...". Infine Hobson dice che "...Per lo psicoanalista progressista questo punto potrebbe essere reimpostato in modalità euristiche più generali: il sognare del sonno REM è didattico! Mostra al medico e al suo paziente che cos'è la psicosi. Mostra che la propensione alla psicosi è naturale e universale. Mostra che tutte le psicosi sono insieme un disturbo organico e funzionale. E mostra che tutti i prodotti mentali hanno un aspetto significativo (emozionalmente importante) e un aspetto non-sense (caotico)...". Ci indica inoltre almeno tre ostacoli da superare di cui offro qui la traduzione senza censure:

1. Il primo è il culto di Freud ed il tema dell'autorità. L'approccio reverenziale per il suo eroismo auto-determinato e per i suoi testi hanno trattenuto la loro revisione alla luce della moderna scienza cognitiva.

2. Il secondo è la rigida struttura istituzionale e la rigida aderenza alla ristretezza metodologica incarnata dal consiglio pratico che i soli sogni che è possibile interpretare sono quelli che sono portati all'analista e che il metodo della libera associazione è il solo legittimato significato in grado di capire il sognare ed i sogni. Questo metodo, così chiaramente circolare da costituire il peggio riguardo la validità scientifica, dovrebbe essere integrato senza soluzioni di continuo dalla vasta gamma di tecniche, dalla registrazione ad unità singola nei gatti, alle immagini di PET negli esseri umani, e, quando i dati sono fuori portata, l'analista progressista dovrebbe essere incoraggiato e supportato piuttosto che punito per dissidenza. L'argomento "ad hominem" che ogni scettico della teoria psicoanalitica necessiterebbe di ulteriore analisi è una sfortunata gemma di questo argomento metodologico.

3. Il terzo è il campanilismo socioeconomico della psicoanalisi che lo fa sembrare ad alcuni come un gioco di società praticato da medici delle classi medio-alte fra di loro ed ai loro amici concittadini. Per sopravvivere ed avere un minimo diritto alla universalità la psicoanalisi necessita sia di democratizzazione che di diversificazione. Un corollario a questo principio è che è irragionevole affermare, come fece Freud, che la psicoanalisi è uno strumento di ricerca e poi far pagare la gente per questo come se fosse un trattamento medico.  E la beffa del secolo dovrebbe essere l'affermazione che la psicoanalisi può solo essere efficace se il suo costo è tenuto alto! Ciò non è certamente altrettanto vero per il vaccino della polio, o la penicillina o persino il litio!

Conclusioni

A conclusione vi riporto "una nota sui sogni" di Giovanni Liotti, tratta dal suo ultimo libro "Le opere della Coscienza". (Liotti, 2001). Liotti non sembra indifferente alla produzione scientifica di J.A.Hobson, tanto che ne riporta in bibliografia più volte il suo libro del 1988 "THE DREAMING BRAIN" (La macchina dei sogni - Giunti, 1992) e nella sua breve nota, devo dire, un po' più "gentle" (di quella, un po' più "strong" di Hobson), descrive in quattro punti le conseguenze cliniche delle "...teorie che vedono il sogno un processo cognitivo di tipo metaforico, capace di organizzare il significato delle esperienze di vita del sognatore e di aiutarlo a risolvere problemi emozionali (Fosshage, 2001; Paparo, Pancheri, 2000) ma anche intellettuali (Hobson 1988, Schatzman, 1987)...", riassumo qui i quattro punti fondamentali che Liotti indica:

1. "... non deve essere ricercato un significato latente più profondo del sogno. ..."

2. "... le persone diverse dal sognatore ...sono rappresentazioni dell'Altro con cui il sognatore entra in relazione, piuttosto che aspetti dell'Io del sognatore proiettati sull'altro..."

3. i pazienti che non riportano spontaneamente sogni in psicoterapia non possono essere considerati come necessariamente ostacolati da barriere difensive che rendono poco produttiva la psicoterapia.

4. "...Non esiste una univoca interpretazione corretta del sogno. Come ogni metafora, il sogno non ha un significato univoco, ma, all'interno di un preciso e circoscritto ambito conoscitivo, può generare una gamma di significati, tutti utili ad accrescere la conoscenza di sé o del mondo. ...".

Le ultime parole ad Hobson:"...Invece ciò che vediamo è  una tenace aderenza al fato della interpretabilità dei sogni utilizzando termini vaghi e non scientifici come metafora e ermeneutica o, quel che è peggio, vediamo ricorrere alla relativistica affermazione di verità narrativa. Questo limita la psicoanalisi ad esercizio letterario con nessun diritto alla legittimazione scientifica che Freud sognò nel suo scritto del 1895 "Project for a Scientific Psychology". ...".

Bibliografia

Liotti G., 2001 - Le opere della coscienza - Milano, Cortina.

Siegel Daniel J. 1999  The developing Mind - Guilford Press - Tr. It.  La mente relazionale  2001  Milano, Cortina

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