Nel
suo "Progetto per una Psicologia" del 1895, Sigmund Freud stabilì
chiaramente la sua meta: integrare le componenti della mente con gli elementi
del cervello. Ma la materia delle neuroscienze era piuttosto esigua in quegli
anni per raggiungere il suo scopo e cercó invece
di capire affascinanti fenomeni cosí normali
come il sogno in termini esclusivamente psicodinamici. Un secolo più tardi la teoria di Freud sul sogno, brillante ma altamente speculativa
ha bisogno di una radicale revisione, se non una completa riscrittura, perchè i sogni, come qualsiasi altro specifico stato della coscienza,
possono essere approcciati dalle solide fondamenta delle neuroscienze. In altre
parole la meta del "Progetto" di Freud è finalmente a portata di
mano. Ironicamente l'ostacolo allo sviluppo è la aderenza tenace e ortodossa della psicoanalisi ad una teoria che
è ora chiaramente fuori uso persino dagli standard del suo capostipite. In
questo articolo la recente documentazione di Brain Imaging attraverso
Tomografia ad Emissione di Positroni e studi di lesione negli esseri umani
sono stati integrati con le nuove scoperte della ricerca a livello cellulare
negli animali per spiegare come le caratteristiche cognitive formali del sogno
potrebbero essere il prodotto combinato di un cambiamento nell'equilibrio
neuromodulatorio del cervello e di una relativa redistribuzione del flusso
sanguigno loco-regionale. I dati derivanti dalla PET eseguita sugli esseri
umani indicano una attivazione preferenziale dei nuclei ontomesencefalici
durante il sonno REM e delle strutture corticali limbiche e paralimbiche
coinvolte negli aspetti mnemonici ed emozionali della cognizione. I meccanismi del nucleo pontino, che controllano il bilancio neuromodulatorio del
cervello nel ratto e nel gatto includono influenze noradrenergiche e
serotoninergiche che aumentano la veglia e riducono il sonno REM attraverso
meccanismi anticolinergici che sono essenziali al sonno REM e che entrano
pienamente in gioco solo quando i sistemi serotoninergici e noradrenergici
sono inibiti. Così nel sonno REM il cervello diventa attivato ma processa i
dati generati internamente in una maniera molto differente da quella della
veglia.
J. Allan Hobson
Laboratory of Neurophysiology
Massachussets Mental Health Center
74 Fenwood Road
Boston, MA 02115
Commento
a cura di Fabrizio Marcolongo
Hobson
ci propone una lettura neuroscientifica del sogno e dall'articolo emergono
alcuni aspetti contradditori nella teoria psicoanalitica del sogno. Hobson ci
darebbe una versione aggiornata in cui vale "...l'ipotesi della 'Activation
- Synthesis' in cui il sogno è un
test proiettivo fisiologico che 'rivela' contenuti emozionalmente salienti,
piuttosto che 'esserne costituito'..." - ed ancora -"...La domanda
è se la psicoanalisi può permettersi di ammettere che Freud si era sbagliato
riguardo la teoria del sogno ed inoltre la teoria sul sogno è così
fondamentale che ad una sua rinuncia corrisponderebbe una riformulazione
dell'intero campo. Una prospettiva è offerta rivisitando il 'progetto per una
psicologia' che Freud abbandonò in favore della 'Interpretazione dei Sogni'.
Il secolo subentrante (il '900) potrebbe così essere guardato come uno
sfortunato interludio carico di deplorevoli errori ma con così importanti
successi come il lavoro di John Bolby sull'attaccamento e separazione. Con
questa idea in mente proviamo a leggere la letteratura recente e con la sua
luce esaminare lo stato corrente della teoria freudiana sul sogno...".
Quest'ultima battuta sul lavoro di Bolby (e quindi sui tentativi di
connessione tra cognitivismo, neuroscienze e psicoanalisi, come risulta dal
progetto di ricerca, edito sulla sezione psicobiologia e neuroscienze a cura
di Correale) sottolinea i tentativi di connettere gli aspetti tuttora nebulosi
in psicoanalisi sul 'rimosso' e sulla memoria, avendo la Ainsworth e Main,
basato gran parte del suo lavoro sulla questione dello stato della mente e non
solo sulla distinzione tra le varie funzioni mnemoniche (episodica, semantica,
procedurale) ma anche su altre funzioni di coordinamento della mente. Hobson
infatti afferma che "...esiste il ruolo centrale del tronco cerebrale nel
generare alcuni complementi dei sogni della fase REM del sonno umano che
rivela un'inaspettato ruolo prominente del sistema limbico nella selezione ed
elaborazione delle 'trame' dei sogni. L'antico punto di vista di Freud
riguardo la nozione della censura indotta dal mascheramento che origina il
'bizzarro' meccanismo del sogno, non ha supporto, come l'assunto per il quale
il sogno accede ai temi dell'inconscio attraverso la tecnica della libera
associazione...."
Amnesia
del sogno e deficit cognitivi relativi
Il
tentativo di Hobson di spiegare l'amnesia del sogno riguarda "...la
perdita di modulazione noradrenergica e serotoninergica nel sonno REM. ...
Questa demodulazione aminergica legata al sonno REM può essere meglio
considerata come una sottrazione (subtraction) di adrenalina e di serotonina
dalla varia miscela neuromodulatoria che facilita la sfera cognitiva della
veglia, una mistura che, naturalmente, include l'acetilcolina, che rimane
abbondante durante il sonno REM. La perdita della stabilità di orientamento
(che è una delle radici cognitive della bizzarria del sogno) e la perdita
della consapevolezza autoriflessiva (che è la base della convizione delirante di essere svegli durante i nostri
sogni) sono due deficit collegati
che potrebbero essere causati dalla demodulazione aminergica del cervello
durante il sonno REM. Inoltre i lobi frontali potrebbero essere selettivamente
inattivati durante il sonno REM e due dei nuovi studi sulla PET suggeriscono
che è così. (Maquet et al., 1996, Braun et al. 1997)...". Come
dato possiamo illustrare i tre schemi di interazione reciproca riguardo l'ubiquitarietà
del sonno REM: " ...Il modello strutturale in cui le cellule favorenti il
sonno REM della Formazione Reticolare Pontina presentano recettori eccitatori
per l'Ach (colinocettivamente eccitate) e/o presentano cellule colinergiche con terminali sinaptici eccitatori
(eccitatori colinergicamente). Le cellule inibitorie del Sonno REM (REM - off)
sono noradrenergiche o serotoninergiche presentano sinpsi inibitorie. Il
modello dinamico: Durante la veglia il sistema aminergico pontino è
tonicamente attivato e inibisce il sistema pontino colinergico. Durante il
sonno NREM l'inibizione aminergica cala gradualmente, l'eccitazione
colinergica aumenta reciprocamente. Al sorgere del sonno REM l'inibizione
aminergica è completamente sopita e l'eccitazione colinergica raggiunge il
suo punto più alto. Il livello di attivazione: come conseguenza del gioco dei
sistemi neuronali del modello strutturale e del modello dinamico la rete di
attivazione del cervello è ad uguali alti livelli sia nella veglia, sia nel
sonno REM e sia a circa alla metà del livello di picco nel sonno NREM...."
L'errore
di Solms
Hobson
si occupa di un articolo di Solms in cui si dava una descrizione degli effetti
di lesione sulla funzionalità del sonno e del sogno. Nel 1997 Solms aveva
pubblicato 332 casi clinici di persone colpite da lesioni cerebrali e
"...in 112 casi in cui veniva riportata 'la globale cessazione di
attività onirica' vi era il danno sia della convessità parietale o la
disconnessione traumatica della corteccia frontale mediobasale dal tronco
cerebrale e dalle regioni limbiche diencefaliche...". Solms viene
descritto come 'apparentemente inconsapevole' dei recenti studi di PET image,
e "...nel suo lavoro citò il più recente rapporto su caso singolo con
PET a flusso di glucoso di una attivazione delle strutture limbica e
prelimbica durante sonno REM (Heiss et al. 1985) e rispetto alla produzione di
immagini fu riportato un decremento nella 'vivacità' del sogno in due
pazienti con il danno alla posizione della normale visione nella corteccia
medio-occipito-temporale (specialmente per le aree V3, 3 A, e V4 ma non per le
aree V1, V5, V 6)...". Hobson sottolinea che Solms in quel lavoro
riportava anche che i suoi pazienti con lesioni pontine continuavano a
sognare e l'errore di Solms consisteva nel fatto che concludeva, sulla base
della sua osservazione, che il ponte non è necessario per l'attività umana
del sognare. Dal lavoro di Hobson si deduce che le aree attivate nel sonno REM
sono la corteccia paraippocampale, area tegmentale pontina, amigdala, il giro
del cingolo anteriore, mentre sono deattivate il cingolo posteriore, la
corteccia frontale dorsolaterale. Processazione della memoria emozionalmente
saliente Riguarda l'attivazione limbica durante il sonno REM, e la tecnica con
FDG (F-fluoro-deoxyglucoso) ha attestato una attività della corteccia del
cingolo anteriore e la corteccia mediale frontale che può significare:
- come risultante dell'attività di formazioni mediali in risposta ad immagini
originate dalla attività corticale (Hong et al., 1995)
- come risultante di attività limbica e paralimbica durante il sonno REM (Maquet
et al., 1996; Braun et al., 1997; Nofzinger et al., 1997). Solo ultimamente
uno studio recente sulle
strutture limbiche con elettrodi profondi nel sistema limbico ha evidenziato
una ritmica frequenza delta durante il sonno REM. L'attivazione regionale
potrebbe riflettere una specifica attivazione di strutture subcorticali,
corticali e limbiche riguardo processi adattivi emozionali e motivazionali.
Potrebbe essere in correlazione con il contenuto d'ansia durante il sogno e
l'attivazione corticale medio-frontale.
La
teoria del sogno di Freud alla luce della moderna ricerca sul sonno e sul
sogno
La
motivazione al sogno era causata per Freud dalla spinta di inconsce pressioni
di desideri che segue alla sospensione della repressione indotta dallo stato
di veglia. In questo senso l'ansia (e le altre due emozioni importanti nel
sogno: euforia e angoscia) può essere vista come un organizzatore (rubrica)
delle trame dei sogni e un costruttore della importanza del sogno. Liotti
afferma che la metafora principale del pensiero di Freud "...è racchiuso
nel primo principio della termodinamica che afferma la conservazione e la
trasformazione dell'energia, un processo in cui la conversione isterica è il
prototipo della trasformazione dell'energia dal livello mentale e quello
somatico e in cui la repressione è il
prototipo della segregazione dell'energia pulsionale, un'energia che, se non
si scarica nell'azione, si trasforma, ma non si distrugge...." (Liotti,
2001).Dice Hobson che "...Le caratteristiche 'bizzarre' del sogno erano
determinate per Freud dal mascheramento e dalla censura dei desideri inconsci.
Per riuscire a proteggere la coscienza dalla sua distruzione (che porterebbe
allo stato di veglia) sono stati ipotizzati i processi difensivi come la
condensazione, simbolizzazione e spostamento. Persino l'allucinosi visiva fu
considerata da Freud come una 'regressione alla parte percettiva' che
neutralizza l'impatto dei desideri inconsci sulla coscienza...". Gli
aspetti della teorizzazione della "Interpretazione dei Sogni"
appaiono sempre di più, alla luce di questi dati funzionali, una
"poetica descrizione della attività della coscienza durante il sonno
della fase REM". Hobson sottolinea che oggi "... il sogno `
bizzarro a causa della specifica neurofisiologia del sonno REM con la sua
inversione dalla posizione di controllo corticale 'TOP-DOWN' della veglia alla
posizione 'BOTTOM-UP' della fase di autoattivazione sintetizzata dal processo
ponto-genicolo-occipitale (PGO). Le particolari modalità di attivazione del
proencefalo (diencefalo che comprende le regioni limbiche, paralimbiche, della
corteccia parietale e della corteccia prefrontale dorsolaterale), ed il
globale cambiamento delle modalità biochimiche del processing
dell'informazione (causata dalla demodulazione serotoninergica e
noradrenergica) contribuisce alla bizzarria del sogno. ...". Inoltre il
"film" della coscienza non risulta tale secondo Hobson. Infatti
afferma che "...Mentre sognamo non stiamo mai seduti ad osservare, ma
siamo costantemente in movimento attraverso lo spazio del sogno. Così i sogni
non sono solo visivi ma visuo-motori. ..." - un bell'esempio di questa
modalità "panpercettiva" del sogno è illustrata nel film 'Brainstorm'
(n.d.t.) - " ...Una forte implicazione è che lontano dall'essere un
feedback regressivo alla parte percettiva, l'allucinosi del sogno è il
risultato di una comunicazione di dati a tipo feed-forward riguardo gli scopi
motori ai centri di elaborazione nel cervello superiore...". Inoltre
"...La teoria della Sintesi - Attivazione ha sempre riguardato l'ansia
(che è l'emozione principale di tutti i sogni e i sognatori) come principale
prodotto dell'attivazione del lobo limbico. Questa ipotesi speculativa ha
ricevuto ora poderosi supporti dai recenti studi sulla PET (mostrando
l'attivazione dell'amigdala, della corteccia del paraippocampo ed il giro del
cingolo anteriore nel sonno REM umano). La principale ragione per questo
cambiamento dovrebbe essere quella per cui, con l'attivazione del lobo limbico,
la sede del controllo esecutivo della sfera cognitiva nella corteccia
prefrontale dorsolaterale è deattivata nel sonno REM!...".
La
funzione di oblio del sogno
Hobson
ci rivela che "...La totale amnesia che molti esseri umani hanno per la
loro coscienza onirica è molto
probabile che sia un prodotto della demodulazione aminergica e della
deattivazione frontale del sonno REM. Tutti gli studi di apprendimento e
memoria a livello cellulare e molecolare concorrono a supportare il ruolo dei
neuromodulatori aminergici specialmente la serotonina, norepinefrina e
dopamina. Senza la loro mediazione, i segnali che arrivano al neurone
postsinaptico potrebbero avere effetti istantanei sui loro potenziali di
membrana ma mancare della specifica istruzione del secondo messaggero resa
necessaria dai substrati metabolici intracellulari per immagazzinare un dato
degli eventi di membrana." Inoltre "...Ad un primo sguardo, questa
mancanza di registrazione delle transazioni intracellulari potrebbe essere in
contrasto con l'aumento dell'ipotesi dell'apprendimento avanzata nella
prossima sezione. Ma se ricordiamo che è il consolidamento, non
l'acquisizione che è ipoteticamente
aumentata, potrebbe essere abbastanza utile dirigere la mente-cervello
all'esclusivo compito di processare informazioni già acquisite nella veglia e
ignorare - o persino scartare - l'informazione che necessariamente si genera
come si autoattiva negli interessi del consolidamento. Da questo punto di
vista, il sogno è molto spesso un disturbo privo di significato, qualche
volta con qualche significato che è prodotto quando il cervello entra nella
sua modalità attiva di consolidamento della memoria."
La
funzione del sogno
Così
per Hobson si spiega il sogno: "...Se la bizzarria del sogno origina
veramente dai processi di autoattivazione caotica e dall'assenza del controllo
TOP-DOWN dalla corteccia frontale nel sonno REM, l'apparente "non-sense"
dei sogni è probabile che derivi
da ciò e non dal risultato di mascheramento e censura come propose la teoria
psicoanalitica del sogno (Freud, 1895). Allo stesso tempo, la stimolazione di
ricordi emozionalmente salienti è probabilmente responsabile del sogno.
Quindi i sogni possono essere sia non-sense (cioè bizzarri) e chiaramente
significativi (cioè importanti emotivamente) (Hobson, 1988)....".
Una
soluzione alle allucinazioni ipnagogiche:
"...L'attività
mentale durante il periodo immediatamente successivo all'addormentamento
può essere come il sogno perché
il cervello più elevato ` ancora sufficientemente attivato per supportare
immagini visive e la costruzione del scenario ma non possono ancora essere
sostenuti né le trame di sogni, né di quelli drammaticamente bizzarri e nel
giro di minuti dà il via ad una attività mentale più vicina al pensiero
perseverante e/o ad un oblio completamente conscio...".
Una
contraddizione al principio del "Sogno guardiano del sonno":
"...L'occasionale
insorgenza di terrori notturni, incubi classici, e altre manifestazioni della
tempesta motoria, emotiva e autonomica che può sorgere nel sonno Non REM potrebbe sembrare un'eccezione a
questa funzione. In verità significa che i processi automatici di origine
primitiva e presumibilmente subcorticale possono essere rilasciati durante il
sonno Non REM. Ma da notare, non c'è ancora evidenza né di censura né del
mascheramento. Al contrario, l'esperienza di risveglio (aurosal) dal sonno Non REM potrebbe essere uno dei non mitigati
terrori con nessuna immagine simile al sogno. Freud non fu mai in grado di
spiegare il problema degli incubi. Ora sappiamo il perché. Era perché
le sue basi teoriche erano insieme sbagliate e incomplete...".
Infine Hobson dice che "...Per lo psicoanalista progressista questo punto
potrebbe essere reimpostato in modalità euristiche più generali: il sognare
del sonno REM è didattico! Mostra al medico e al suo paziente che cos'è la
psicosi. Mostra che la propensione alla psicosi è naturale e universale.
Mostra che tutte le psicosi sono insieme un disturbo organico e funzionale. E
mostra che tutti i prodotti mentali hanno un aspetto significativo (emozionalmente
importante) e un aspetto non-sense (caotico)...". Ci indica inoltre
almeno tre ostacoli da superare di cui offro qui la traduzione senza censure:
1.
Il primo è il culto di Freud ed il tema dell'autorità. L'approccio
reverenziale per il suo eroismo auto-determinato e per i suoi testi hanno
trattenuto la loro revisione alla luce della moderna scienza cognitiva.
2.
Il secondo è la rigida struttura istituzionale e la rigida aderenza alla
ristretezza metodologica incarnata dal consiglio pratico che i soli sogni che
è possibile interpretare sono quelli che sono portati all'analista e che il
metodo della libera associazione è il solo legittimato significato in grado
di capire il sognare ed i sogni. Questo metodo, così chiaramente circolare da
costituire il peggio riguardo la validità scientifica, dovrebbe essere
integrato senza soluzioni di continuo dalla vasta gamma di tecniche, dalla
registrazione ad unità singola nei gatti, alle immagini di PET negli esseri
umani, e, quando i dati sono fuori portata, l'analista progressista dovrebbe
essere incoraggiato e supportato piuttosto che punito per dissidenza.
L'argomento "ad hominem" che ogni scettico della teoria
psicoanalitica necessiterebbe di ulteriore analisi è una sfortunata gemma di
questo argomento metodologico.
3.
Il terzo è il campanilismo socioeconomico della psicoanalisi che lo fa
sembrare ad alcuni come un gioco di società praticato da medici delle classi
medio-alte fra di loro ed ai loro amici concittadini. Per sopravvivere ed
avere un minimo diritto alla universalità la psicoanalisi necessita sia di
democratizzazione che di diversificazione. Un corollario a questo principio è
che è irragionevole affermare, come fece Freud, che la psicoanalisi è uno
strumento di ricerca e poi far pagare la gente per questo come se fosse un
trattamento medico. E la beffa
del secolo dovrebbe essere l'affermazione che la psicoanalisi può solo essere
efficace se il suo costo è tenuto alto! Ciò non è certamente altrettanto
vero per il vaccino della polio, o la penicillina o persino il litio!
Conclusioni
A
conclusione vi riporto "una nota sui sogni" di Giovanni Liotti,
tratta dal suo ultimo libro "Le opere della Coscienza". (Liotti,
2001). Liotti non sembra indifferente alla produzione scientifica di
J.A.Hobson, tanto che ne riporta in bibliografia più volte il suo libro del
1988 "THE DREAMING BRAIN" (La macchina dei sogni - Giunti, 1992) e
nella sua breve nota, devo dire, un po' più "gentle" (di quella, un
po' più "strong" di Hobson), descrive in quattro punti le
conseguenze cliniche delle "...teorie che vedono il sogno un processo
cognitivo di tipo metaforico, capace di organizzare il significato delle
esperienze di vita del sognatore e di aiutarlo a risolvere problemi emozionali
(Fosshage, 2001; Paparo, Pancheri, 2000) ma anche intellettuali (Hobson 1988,
Schatzman, 1987)...", riassumo qui i quattro punti fondamentali che
Liotti indica:
1.
"... non deve essere ricercato un significato latente più profondo del
sogno. ..."
2.
"... le persone diverse dal sognatore ...sono rappresentazioni dell'Altro
con cui il sognatore entra in relazione, piuttosto che aspetti dell'Io del
sognatore proiettati sull'altro..."
3.
i pazienti che non riportano spontaneamente sogni in psicoterapia non possono
essere considerati come necessariamente ostacolati da barriere difensive che
rendono poco produttiva la psicoterapia.
4.
"...Non esiste una univoca interpretazione corretta del sogno. Come ogni
metafora, il sogno non ha un significato univoco, ma, all'interno di un
preciso e circoscritto ambito conoscitivo, può generare una gamma di
significati, tutti utili ad accrescere la conoscenza di sé o del mondo.
...".
Le
ultime parole ad Hobson:"...Invece ciò che vediamo è una tenace aderenza al fato della interpretabilità dei sogni
utilizzando termini vaghi e non scientifici come metafora e ermeneutica o,
quel che è peggio, vediamo ricorrere alla relativistica affermazione di verità
narrativa. Questo limita la psicoanalisi ad esercizio letterario con nessun
diritto alla legittimazione scientifica che Freud sognò nel suo scritto del
1895 "Project for a Scientific Psychology". ...".
Bibliografia
Liotti
G., 2001 - Le opere della coscienza - Milano, Cortina.
Siegel Daniel J. 1999 The
developing Mind - Guilford Press - Tr. It. La
mente relazionale 2001 Milano, Cortina
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